Omofobia, Gnassi mantenga la parola data e non si faccia spaventare dai “cavilli di Troia” dei neo-medievali

A T T E N Z I O N E : questo articolo è stato scritto 9 anni fa! Leggilo tenendo conto che potrebbero esserci aggiornamenti in merito...
Malgrado l'orrida vicenda del cuoco oggetto di omofobia avvenuta proprio a Rimini poche settimane fa, qualcuno ancora pensa che l'omofobia non esiste e che bisogna impedire, con ogni mezzo, qualsiasi forma di difesa umana. L'ultima trovata è prendersela con il registro delle unioni civili già approvato a larga maggioranza dal Consiglio comunale di Rimini. 

Durante il convegno mammistico in salsa neo-medievale di Adinolfi di alcuni giorni fa dicono di aver raccolto alcune centinaia di firme con cui chiedono non già di rivedere una posizione politica, ma di fare ostruzionismo di bassa lega bloccando l'attuazione di una scelta politica già consolidata. Lo chiamano pomposamente "cavallo di Troia", ma sarebbe più giusto chiamarlo "cavillo di Troia", data la sua meschinità tecnocratica.
Il cattotalebano Adinolfi ha pubblicamente accusato il sindaco Gnassi di "volersi fare bello a costo zero" per via del registro delle unioni civili. Speriamo che Gnassi mantenga le promesse facendo completare l'iter (già largamente in ritardo) della delibera che contribuirà alla dignità di migliaia di cittadini e cittadine riminesi, sulla linea di quanto hanno dichiarato anche Renzi e il Presidente della Repubblica nel suo discorso di insediamento stamattina. Ci aspettiamo inoltre che dia finalmente sostanza alle sue perentorie dichiarazioni di ottobre a favore delle trascrizioni dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero, sostenendo la proposta di delibera presentata da Fabio Pazzaglia di Fare Comune, sulla scia di quanto già fatto a Santarcangelo.
Comunque sempre meglio di Adinolfi, che si fa bello non a costo zero, ma sulla pelle di milioni di persone che in Italia ancora hanno una minore libertà perché temono a dichiararsi sul lavoro, a scuola, in chiesa, in famiglia e che ancora sono discriminate, minacciate, umiliate e aggredite, e che a volte purtroppo si suicidano. Questo – è bene esserne consapevoli – è il prezzo dei pubblici atteggiamenti discriminatori, omofobi e offensivi come il suo.
Marco Tonti
Presidente Arcigay "Alan Turing" Rimini
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