Discriminazione in piedi

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Il 5 ottobre le
Sentinelle in piedi sono scese nelle piazze d’Italia per difendere
la propria libertà di espressione nell’affermare che:
1) il matrimonio è solo
tra un uomo e una donna
2) un figlio ha il
diritto ad avere un padre e una madre
3) una famiglia è libera
di educare i propri figli
In sostanza in nome della
libertà di espressione è stato rivendicato il diritto di affermare
l’omofobia e la discriminazione verso il diverso da sè. Nel 2014
(dopo Cristo) il diverso continua a fare paura, è il mostro che mina
alla radice la famiglia, è il nemico da combattere e da distruggere,
contro il quale muovere crociate o, più elegantemente, da
emarginare, escludere, uccidere silenziosamente.
Per Arcigay Rimini il
diritto a discriminare non è un diritto
, così come non è un
diritto per un assassino uccidere, per uno stupratore violentare, per
un ladro rubare. Anche se non c’è una legge in Italia, l’omofobia
rimane ingiustizia. Questi segni di discriminazione “civile” sono
purtroppo i segnali del degrado culturale e dell’arretratezza della
nostra (in) civiltà, perché ci sono persone che in nome della
libertà di espressione e in difesa della tradizione discriminano il
diverso, producendo concretamente violenza di pensiero, culturale.
Non possiamo denunciare simili azioni perché non ci sono leggi che
ci tutelano, ma possiamo esprimere chiaramente il nostro dissenso.
L’articolo 3 della
Costituzione Italiana afferma che: “Compito della Repubblica è
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando
di fatto l’uguaglianza e la libertà dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana”. Eppure oggi la coppia
omosessuale in Italia non è riconosciuta. Se il nodo cruciale è il
valore della famiglia guardiamoci un po’ intorno, in Europa ad
esempio. In Spagna, Portogallo, Inghilterra etc. sono riconosciute
unioni civili e adozioni e contemporaneamente la famiglia
tradizionale non è morta, anzi, il valore della famiglia ha incluso
l’altro, si è arricchito, ampliato, approfondito, evoluto. Nulla è
stato tolto alla famiglia eterosessuale riconoscendo i diritti di
quella omosessuale, anzi, la famiglia è più grande, semplicemente
non si basa sull’esclusione del diverso, è maturata, è diventata
famiglia che accoglie, nel senso più profondo del termine. Tutta
questa paura del diverso ci riporta nel Medioevo, quando i gatti neri
o le streghe erano il male da bruciare. E’ tanto difficile riuscire
a guardare la persona omosessuale con uno sguardo d’amore che
riesca a vedere la bellezza, la dignità, il miracolo di due persone
che si amano a prescindere dal sesso, dal vestito che indossano, dal
corpo che hanno? E’ tanto difficile non considerare il rapporto tra
due persone partendo dai genitali (etero o omo) ma come affetto,
sentimento, emozione, impegno, vocazione, volontà, rispetto, gioia,
valore?
Alcuni considerano
l’omosessualità contro natura, eppure esistiamo, la natura ci ha
creati, siamo qui in carne e ossa, siamo suoi figli. Esistono in
natura specie animali che praticano l’omosessualità (pinguini,
scimmie), esistono piante che hanno entrambi i sessi nello stesso
individuo. Questa è la natura reale. Forse dovremmo imparare a
chiamare le cose con il proprio nome. L’unica natura contro cui
l’omosessualità va è quella dell’ipocrisia, dell’arretratezza,
dell’ignoranza, della discriminazione, forse perchè mostra, porta
alla luce della coscienza i limiti e la ristrettezza del nostro
sistema di valori. Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde descrive
il classico esempio di chi non è cosciente della propria mostruosità
e uccide l’altro, il quale in realtà altri non è che se stesso.
Chiediamoci se il vero mostro è l’amore tra due persone dello
stesso sesso o il non amore di tutti gli altri che negano la sua
dignità di esistere e realizzarsi pienamente.
Sant’Agostino diceva:
“Ama e fa quel che vuoi”. Purtroppo chi non ama spesso non lascia
fare.

Elisa Nowkandi    
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